Varie: BEAL Escaper

PROVA


Come sempre non è una prova ufficiale, approvata e certificata con tanto di laboratorio, tabelle di carico, resistenza o altro. Nulla di scientifico. E' una semplice prova fatta da utente finale, in una normale uscita in falesia o in via. Durante la prova sono state simulate anche alcune azioni, volutamente scorrette, per verificare cosa può capitare durante alcune manovre più o meno accidentali.



BEAL Escaper


CARATTERISTICHE TECNICHE:
- Spezzone di corda dinamica
- Fettuccia in dynema
- Giunto elestico
- Anello di calata
- Peso dichiarato 90g (rilevato 122g, completo di sacchetto)
- Resistenza 18kN (1800kg)



Interessante e coraggioso accessorio di casa BEAL. Il BEAL Escaper serve per effettuare una calata, sfruttando tutta la lunghezza della corda, senza lasciare materiale in sosta. Molti sono le invenzioni che si sono viste per effetuare questa manovra, ma BEAL è l'unica che mette in campo un sistema originale e sopprattutto sicuro ed affidabile. 
Il BEAL Escaper è un oggetto interessante anche per chi affronta le pareti in solitaria, perché permette di utilizzare una corda intera relativamente corta, 50/60m, che riduce notevolmente il peso, perché in calata è poi possibile utilizzare l'intera lunghezza.


La forma costruttiva di per sé è semplice, tanto semplice che ad un primo sguardo dà l'impressione di un sistema poco affidabile. Sostanzialmente è composto da uno spezzone di corda, una fettuccia in dynema e da un giunto elastico, un anello terminale serve per agganciare la corda per la calata.


Il funzionamento è altrettanto semplice, si allestisce inserendo il BEAL Escaper nell'anello di calata della sosta, infilando poi il ramo libero nella fettuccia in dynema incrociata. Questa operazione è guidata da una serie di frecce, che permettono il posizionamento corretto. Un riferimento colorato nero indica il posizionamento della fettuccia, che deve rimanere al di sopra dell'indicatore quando il sistema è in tensione e pronto per la calata.


L'operazione successiva è l'ancoraggio della corda di calata nell'anello del BEAL Escaper. Questa può essere agganciata con un nodo ad otto, direttamente nell'anello, oppure interposta da un moschettone a ghiera. BEAL sottolinea che il sistema rimane posizionato correttamente se viene caricato con un peso minimo di 10kg. 


Terminata la calata si deve si esegue l'operazione di recupero. Questa è probabilmente la fase più laboriosa, perchè impone una certa abitudine alla manovra. L'operazione sembra semplice, perché lo sgancio avviene tirando e rilasciando la corda. Sembra facile ma, almeno nella prova, se l'operazione non è svolta "come da manuale", le trazioni della corda si susseguono all'infinito. E' importante trazionare la corda abbastanza pesantemente e rilasciarla di colpo sfruttando l'elasticità dei materiali. Questo permette al ramo dello spezzone di corda di sfilarsi dalla fettuccia in dynema. Questo movimento è aiutato dal giunto elastico che lega spezzone di corda e fettuccia in dynema.


La BEAL indica che, per riuscire a sfilare il BEAL Escaper dalla sosta devono essere apllicate un minimo di 8 trazioni, nella prova questo numero non è mai stato rispettato. Il numero minimo di trazioni applicate è stato superiore alla dozzina ed in alcuni casi sono arrivato a poco più di venti; comunque la media si è attestata attorno alle 18 trazioni. Tengo a sottolineare che questa operazione necessita di un po' di allenamento, prima di raggiungere una discreta padronanza.

La BEAL dimostra una attenzione particolare anche ai dettagli, infatti sia le cuciture, sia il sacchetto dove riporre il BEAL Escaper, sono stati studiati e curati attentamente. Il sacchetto dispone di un laccio che serve per evitare una caduta accidentale, inoltre sul lato sono stampate chiaramente le operazioni da eseguire per effetuare la manovra in modo corretto ed in sicurezza. Le cuciture sono precise e regolari, frutto di un occhio attento e professionale.



CONCLUSIONI:
Nonostante il mio scetticismo iniziale, la prova ha evidenziato la bontà del sistema BEAL. Il test del BEAL Escaper è stato eseguito in falesia, ma questo sistema ha tutte le caratteristiche per diventare un ottimo alleato per chi pratica l'alpinismo, in particolare alpinismo in solitaria.

Unico neo è la manovra di sgancio del BEAL Escaper che, come detto, necessita di un po' di "allenamento".  Comunque anche dopo aver preso "confidenza" con la manovra, rimane ugualmente un po' macchinosa. Pensiamo a dover ripetere cinque o sei calate su vie lunghe.

Concludendo, è sicuramente un attrezzo da consigliare. BEAL ha prodotto uno strumento sicuro, affidabile e curato nei minimi particolari. Ottime anche le cuciture della fettuccia in dynema sullo spezzone di corda. Qualche dubbio è rimasto sulla durata del giungo elastico che, almeno a prima vista, sembra soggetto ad usura nel tempo. Non sono riuscito a reperire informazioni sulla possibilità di intervenire con un programma di manutenzione, nemmeno inviando il prodotto al costruttore per verifica, revisione e/o sostituzione di eventuali pezzi usurati. Il prezzo di acquisto non è eccessivo e rimane sufficientemente economico. 




Di seguito il video realizzato da BEAL che ne spiega le funzionalità: 




Ancora un video realizzato da BEAL:



Una diversa applicazione:




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https://sites.google.com/site/rampachetipassa/





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